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Alimentazione, Nutrienti, Terapia dietetica

Gatto anziano: modifiche nel fabbisogno energetico e nella digeribilità dei nutrienti.


mercoledì 1 giugno 2022


Gatto anziano: modifiche nel fabbisogno energetico e nella digeribilità dei nutrienti

L'invecchiamento è un normale processo fisiologico a cui tutti i cani e i gatti vanno incontro e che non deve essere considerato una patologia

Le percentuali di cani e gatti anziani nella nostra popolazione sono in continuo aumento e la ragione risiede, probabilmente, nella maggior attenzione che i proprietari e i veterinari pongono alle loro cure sanitarie e alla loro alimentazione.

L'obiettivo fondamentale deve essere quello di farli invecchiare mantenendo, il più possibile, un buono stato fisico, mentale e sociale.

Ma quando un gatto può essere definito anziano?

Rispondere a questa domanda non è così semplice come potrebbe sembrare e anche in bibliografia la risposta è spesso oggetto di controversie.

Nel 2010 Vogt et al ha proposto di classificare i gatti con età compresa tra i 7 e 10 anni come "maturi", quelli con età compresa tra 11 e 14 come "anziani" e quelli con età superiore a 15 anni come "geriatrici".

Nella realtà, però, questa classificazione non sempre è applicabile e veritiera.

L'invecchiamento è, negli animali sani, un processo di declino lento che può coinvolgere diversi distretti dell'organismo.

La scelta corretta è quella di visitare e osservare il singolo paziente per riconoscere se in lui si stanno verificando alcuni cambiamenti ricollegabili ad un processo di invecchiamento come, per esempio, una riduzione dell'attività fisica, un progressivo declino della funzione cognitiva e sensoriale, una maggior letargia spesso associata ad un'alterazione del normale comportamento, o la comparsa di alcuni "campanelli d'allarme" che possono indicare la presenza di patologie frequenti in gatti anziani.

Dal punto di vista fisiologico, queste alterazioni, corrispondono ad un progressivo declino delle funzionalità degli organi, ad una riduzione dell'efficienza del sistema immunitario, ad una disidratazione progressiva del corpo, nonché ad una maggior esposizione dell'organismo all'azione dei ROS (reactive oxygen species) con conseguente stress ossidativo.

Ma dal punto di vista nutrizionale quali sono i cambiamenti a cui va incontro un gatto anziano?

I suoi fabbisogni cambiano?

FEDIAF non fornisce indicazioni specifiche sui fabbisogni energetici e nutrizionali dei gatti anziani e di conseguenza bisogna riferirsi a quelli per i gatti adulti tuttavia, alcuni studi, hanno messo in evidenza come nel gatto anziano ci possano essere modifiche importanti nei fabbisogni energetici e nella digeribilità di alcuni nutrienti che un nutrizionista dovrebbe tenere in considerazione quando prepara un piano nutrizionale per un gatto anziano o consiglia un alimento commerciale per il suo paziente.

In particolar modo, il metabolismo e le condizioni fisiche tendono a modificarsi nel passaggio da adulto a maturo e da maturo ad anziano/geriatrico.

Infatti, i gatti maturi (con età compresa tra i 7 e i 12 anni) sembrano avere un fabbisogno energetico ridotto e la tendenza ad ingrassare, fino ad arrivare, in alcuni casi all'obesità.

Superata quella soglia, invece, si assiste ad una inversione di tendenza in cui i gatti vanno incontro a una perdita progressiva di peso e in cui il fabbisogno energetico sembra aumentare.

L'aumento del fabbisogno energetico nei gatti geriatrici sembra essere dovuto, almeno in parte, ad una riduzione della funzione digestiva.

Un'ampia percentuale di gatti anziani ha una ridotta capacità di digerire i grassi: si stima che circa il 10-15% dei gatti maturi e il 33% dei gatti geriatrici mostrino questa problematica.

Questa riduzione della capacità digestiva avviene in maniera graduale e progressiva ma nel lungo periodo comporta un bilancio energetico negativo nei soggetti più anziani, con conseguente deperimento organico, soprattutto se non viene supportato da una correzione dell'alimentazione.

Questa riduzione della digeribilità, però, non sembra coinvolgere solo i grassi.

Il gatto è un carnivoro obbligato che necessita di un elevato apporto proteico per poter supportare il turnover proteico e la gluconeogenesi.

Con l'avanzare dell'età sembra, addirittura, che esso diventi un "super carnivoro", ossia che i suoi fabbisogni proteici aumentino ulteriormente.

Anche in questo caso la ragione risiede, probabilmente, nella perdita progressiva della capacità di digerire le proteine.

Questa riduzione nella digeribilità delle proteine può comportare un bilancio azotato negativo e lo sviluppo di sarcopenia.

Alcuni studi hanno messo in evidenza che nel gatto, come nel cane e nell'uomo, la perdita di massa magra debba essere considerato un fattore di rischio per un aumento della mortalità.

In particolar modo, le ricerche attualmente disponibili mostrano che gatti anziani non obesi che erano in grado di mantenere la massa magra e la massa grassa vivevano più a lungo rispetto a quelli che perdevano grasso e muscolatura.

L'aumento dell'assunzione di proteine può aiutare a ridurre, seppur non a prevenire, la perdita di massa magra associata all'avanzare dell'età tipica del gatto.

Ovviamente, tutto il discorso fatto fino ad ora vale per gatti considerati sani e non affetti da patologie che richiedano un'alimentazione con un apporto proteico ben specifico.

In linea generale, per aiutare a compensare la perdita di peso e la sarcopenia molti gatti anziani possono trarre beneficio dall'assunzione di un alimento altamente appetibile, altamente digeribile e denso di energia, che dovrebbe essere offerto all'animale frequentemente e in piccole quantità.

Laflamme, in una sua pubblicazione sulla nutrizione del gatto anziano, dice che in alcuni soggetti geriatrici le diete formulate per i gattini possono essere una buona opzione.

Le diete disponibili in commercio per gatti anziani possono variare notevolmente nel loro contenuto di nutrienti.

Tuttavia, molte diete per gatti anziani sono progettate per essere a basso contenuto calorico per contrastare la tendenza all'aumento di peso comune nei gatti maturi, ma tali diete potrebbero non essere adatte per gatti geriatrici che hanno difficoltà a mantenere il loro peso.

Pertanto, le raccomandazioni dietetiche dovrebbero tenere conto delle esigenze individuali del paziente e il suo stato generale.

Purtroppo, troppi medici veterinari consigliano alimenti commerciali "senior" o addirittura "renal" a gatti anziani senza tenere in considerazione tutte le variabili sopracitate.

Ovviamente, quando si prepara un piano nutrizionale per un gatto anziano, o geriatrico sano, o si valuta un alimento commerciale, vanno tenute in considerazione molte altre caratteristiche come la quota di fibra, il contenuto in minerali e vitamine e la presenza di molecole ad attività antiossidante e la scelta deve sempre essere personalizzata, in base al paziente, al suo stato di salute, al suo BCS e al suo MCS.

Infine, è bene ricordare l'importanza, soprattutto nel gatto, di effettuare un eventuale cambio di alimentazione in maniera molto graduale, impiegando settimane e non giorni poiché i cambi di routine nei soggetti anziani, soprattutto se felini, sono fonte di forte stress.

BIBLIOGRAFIA:
- G. Biagi, B. Chiofalo, M.I. Cutrignelli, A. De Angelis, E. Fusi, G. Meineri, L. Prola, R. Ricci, M. Sandri. Nutrizione e alimentazione del cane e del gatto. Edagricole 2021. Capitolo 5.
- Dottie Laflamme , Danièlle Gunn-Moore. Nutrition of aging cats. Vet Clin North Am Small Anim Pract 2014 Jul;44(4):761-74
- Amy Hoyumpa Vogt , Ilona Rodan, Marcus Brown, Scott Brown, C A Tony Buffington, M J Larue Forman, Jacqui Neilson, Andrew Sparkes AAFP-AAHA: feline life stage guidelines J Feline Med Surg 2010 Jan;12(1):43-54.


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